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Negli ultimi anni, l’evoluzione della keyword research ha reso le strategie SEO molto più sofisticate e centrate sul contesto. Fino a pochi anni fa, il posizionamento sui motori di ricerca ruotava attorno alla selezione e all’inserimento di una manciata di Parole chiave principali, ma con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale e dei modelli di apprendimento, Google e gli altri Motori di ricerca hanno imparato a comprendere le intenzioni degli utenti con un approccio semantico. Questo ha cambiato il modo di fare SEO, rendendo cruciale la ricerca di parole chiave correlate e l'analisi Semantica per cogliere anche le sfumature più sottili delle query di ricerca.

Evoluzione del significato

Negli ultimi anni, il significato della keyword research è cambiato radicalmente. In passato, la keyword research si limitava principalmente alla ricerca di parole chiave specifiche che potessero attirare traffico sul sito web, focalizzandosi su termini con alto volume di ricerca e basse difficoltà di posizionamento. Questo approccio era spesso guidato da metriche quantitative, come il volume di ricerca e la keyword difficulty, senza considerare troppo a fondo il contesto delle ricerche. Con l’evoluzione dei motori di ricerca, però, l’attenzione si è spostata verso un’analisi più sofisticata che comprende l’intero user journey (ovvero il percorso dell’utente) e il vero significato delle ricerche, prendendo in esame anche aspetti semantici più complessi.

Oggi, fare keyword research significa anche analizzare l'intento di ricerca che spinge l’utente a compiere una determinata azione, scoprendo se l’utente cerca informazioni, vuole completare un acquisto, sta esplorando opzioni o intende navigare verso un sito specifico. In questo contesto, le keywords non sono più solo parole statiche da includere nei contenuti, ma veri e propri indicatori delle esigenze e delle intenzioni degli utenti, il che richiede un’interpretazione basata sulla semantica e sul contesto d’uso. Questo approccio, noto come intent research, si è dimostrato fondamentale per comprendere a fondo come strutturare i contenuti e come presentarli per rispondere in maniera puntuale a ogni tipo di richiesta.

L'evoluzione della keyword research ha portato anche all'integrazione dell'analisi delle entità nel processo. Le entità, intese come persone, luoghi, prodotti o concetti specifici, giocano un ruolo cruciale nella SEO semantica, aiutando i motori di ricerca a collegare i contenuti con argomenti rilevanti anche quando non ci sono corrispondenze dirette tra le parole chiave. Google, ad esempio, utilizza le entità per associare le ricerche degli utenti con argomenti correlati, migliorando la capacità di comprendere query complesse. Questo consente ai professionisti della SEO di adottare un approccio più ampio e sfaccettato nella keyword research, orientato non solo a “parole chiave” isolate, ma a cluster di parole che ruotano attorno a un’entità centrale. In pratica, non è più sufficiente identificare una keyword principale: è necessario analizzare le relazioni tra parole, entità e temi correlati per comprendere meglio le intenzioni dell’utente.

L'integrazione dello user journey nella keyword research, infine, aiuta a mappare le diverse fasi del processo di ricerca dell'utente, dall'iniziale curiosità informativa alla decisione d'acquisto. A ciascuna fase corrispondono query specifiche, che riflettono l’evoluzione delle necessità dell’utente. Attraverso la mappatura dello user journey, i marketer possono ora creare contenuti che accompagnano gli utenti lungo l’intero percorso decisionale, rispondendo a domande e dubbi nelle varie fasi e aumentando la probabilità di conversione. La keyword research, quindi, non è più solo un processo tecnico ma diventa parte integrante della strategia di marketing, poiché permette di prevedere e soddisfare le necessità degli utenti in modo puntuale e strategico.

Le nuove sfide e opportunità della keyword research

Oggi, fare keyword research richiede molto più di una semplice raccolta di termini e concetti affini; è un processo strategico che implica analisi, interpretazione dei dati e adattamento alle tendenze emergenti. La competizione è ormai globale, con sempre più aziende che investono su contenuti SEO in una miriade di nicchie di mercato. Inoltre, l’attenzione crescente verso la user experience e i core Web Vitals ha spinto molti ad adottare strategie di ottimizzazione più complesse, che abbracciano contenuti di alta qualità e ben posizionati, strutture di pagina coerenti e Responsive, e tempi di caricamento ridotti. Le ricerche correlate, spesso considerate secondarie, diventano perciò centrali per intercettare un pubblico più vasto e costruire autorità nel settore.

Con il machine learning, i motori di ricerca si stanno allontanando dalla semplice ricerca di parole esatte e sono sempre più in grado di identificare il significato semantico dietro ogni ricerca. Questo significa che la SEO semantica, con l’uso di parole chiave correlate e contenuti pertinenti, non solo aiuta a posizionarsi meglio per le query dirette, ma aumenta anche la visibilità per ricerche più ampie e connesse. Inoltre, il crescente uso della ricerca vocale, soprattutto tramite smartphone e dispositivi di assistenza virtuale, ha introdotto modalità di ricerca sempre più conversazionali, ponendo l’accento sulle cosiddette “long tail keywords” o “parole chiave a coda lunga”, che risultano più naturali e dettagliate.

Come strutturare una ricerca di parole chiave efficace

Comprendere il mercato e definire l'intento di ricerca

La prima fase di una keyword research efficace consiste nell’analizzare il settore e comprendere il proprio pubblico target. Questo richiede uno studio approfondito non solo dei prodotti o servizi offerti, ma anche delle esigenze, dei comportamenti e delle modalità di ricerca dei potenziali clienti. In pratica, si tratta di identificare l’intento di ricerca o “search intent”, ossia l’obiettivo sottostante che spinge gli utenti a compiere una determinata ricerca. L’intento di ricerca può essere di natura informativa, transazionale, navigazionale o commerciale, e ogni tipo richiede una strategia specifica.

Ad esempio, un utente alla ricerca di “migliori scarpe da running” è chiaramente orientato a un acquisto informato; per intercettare questa intenzione, è utile combinare parole chiave specifiche come “scarpe running ammortizzate” o “scarpe corsa qualità prezzo” a contenuti che rispondano direttamente a domande comuni e offrono comparazioni.

Analisi delle parole chiave correlate e semantica

Includere parole chiave correlate significa riconoscere e inserire termini che abbiano un legame concettuale con le parole principali, ampliando il campo semantico del contenuto. Questo approccio migliora la rilevanza e aiuta a coprire vari aspetti della stessa tematica. Per esempio, se il focus è su “marketing digitale”, le parole correlate potrebbero includere “content marketing”, “SEO on-page”, “social media strategy”, ecc. Strumenti come Google Keyword Planner, Ahrefs e Semrush consentono di identificare facilmente queste correlazioni, oltre a mostrare termini che spesso compaiono insieme alla keyword primaria.

La SEO semantica si basa sulla comprensione della relazione tra le parole: Google, infatti, considera non solo la presenza di una keyword ma anche il contesto e le parole collegate, premiando così i contenuti che offrono una visione a 360° del tema trattato.

Utilizzare dati e metriche di valore

Per scegliere le parole chiave giuste, è essenziale analizzare una serie di metriche che ne indicano l’efficacia potenziale. Le principali metriche includono il volume di ricerca, la competitività e la keyword difficulty (KD), la rilevanza per il settore e il costo per clic (CPC) in caso di campagne pay-per-click. Esaminare queste metriche permette di selezionare le parole chiave con il miglior rapporto tra difficoltà e possibilità di posizionamento, garantendo così una copertura adeguata del proprio mercato di riferimento.

Statistiche recenti indicano che le parole chiave a coda lunga, nonostante generino un minor volume di ricerca, hanno un tasso di conversione superiore rispetto a termini più generici, risultando quindi cruciali per ottenere risultati di qualità nelle campagne SEO.

Approccio quantitativo vs qualitativo

L’approccio alla keyword research ha visto una trasformazione profonda, soprattutto con il passaggio da un focus esclusivamente quantitativo a una prospettiva qualitativa che include il search intent e le reali necessità degli utenti. In passato, molti professionisti si concentravano su metriche numeriche come il volume di ricerca, la Keyword Density e la keyword difficulty, scegliendo le parole chiave semplicemente sulla base della popolarità o della possibilità di posizionarsi facilmente. Questo metodo, però, spesso non tiene conto dell’obiettivo che l’utente desidera raggiungere con la ricerca e rischia di attrarre traffico poco qualificato o irrilevante, portando a risultati subottimali in termini di conversione e di coinvolgimento.

Oggi è sempre più chiaro che metriche come il volume di ricerca e la keyword density, pur importanti, non bastano per ottenere risultati SEO efficaci. Includere il search intent nell’analisi significa capire il motivo che porta un utente a digitare una determinata query: sta cercando informazioni? È interessato a fare un acquisto? Oppure cerca un sito specifico? Questa comprensione è cruciale per offrire contenuti che rispondano esattamente all’esigenza dell’utente e che siano in grado di guidarlo nel suo percorso di ricerca. Avere una visione qualitativa permette di selezionare parole chiave che non solo generano traffico, ma che rispondono ai bisogni dell’utente, migliorando la qualità delle visite e l’efficacia complessiva della strategia SEO.

Accanto all’analisi qualitativa della keyword research, è altrettanto fondamentale una valutazione realistica del proprio sito, delle risorse disponibili e del budget. Conoscere i limiti della propria autorità nel settore di riferimento, in termini di capacità di posizionarsi rispetto ai competitor, permette di identificare le keyword più adatte alla propria situazione specifica. Per esempio, un sito nuovo con bassa autorità potrebbe puntare su parole chiave di nicchia o a coda lunga, che offrono opportunità di posizionamento più realistiche rispetto a termini ad alto volume ma altamente competitivi. Anche il budget e le risorse interne giocano un ruolo importante: keyword con alta keyword difficulty richiedono solitamente investimenti maggiori in termini di contenuti e Link building, risorse che devono essere ben calibrate rispetto agli obiettivi e alle possibilità di ciascun progetto. Questo approccio mirato permette di evitare sprechi di tempo e denaro su keyword irraggiungibili, costruendo una strategia SEO sostenibile e in linea con le reali potenzialità del sito.

Analisi della SERP

Studiare le SERP (Search Engine Results Pages) e i contenuti dei competitor è una parte essenziale per sviluppare una strategia SEO mirata ed efficace. Analizzare le SERP permette di comprendere come Google interpreta specifiche query di ricerca e quali tipi di contenuti considera più pertinenti per ogni intento di ricerca. Questo processo offre insights fondamentali sul tipo di formato, lunghezza, struttura e tono dei contenuti che ottengono maggiore visibilità, indicando quali aspetti privilegiare per competere con i migliori risultati già presenti. Ad esempio, se la SERP per una query specifica è dominata da articoli di approfondimento con liste e immagini, il contenuto dovrà riflettere questa impostazione per aumentare le probabilità di posizionamento.

L’analisi dei competitor, inoltre, è cruciale per individuare i punti di forza e di debolezza dei contenuti già presenti. Studiare i competitor permette di capire quali keyword stanno utilizzando, come organizzano i contenuti e quali formati adottano. Questa analisi offre un parametro di confronto utile per migliorare il proprio contenuto, puntando a coprire eventuali “content gap”, ovvero lacune nelle informazioni che i competitor non hanno trattato in modo esaustivo. Analizzando i top-ranking si può anche intuire se Google valorizza maggiormente contenuti che rispondono a uno specifico intento di ricerca (informativo, transazionale o navigazionale), offrendo così una guida concreta per impostare la propria pagina in modo ottimale.

Per comprendere appieno come strutturare un contenuto, è necessario anche classificare l’intento di ricerca in una delle quattro macro-categorie principali: informational, navigational, transactional e commercial.

  • Informational: questo tipo di intento corrisponde alle ricerche in cui l’utente desidera trovare informazioni su un argomento specifico. È frequente nelle query che iniziano con termini come "come fare", "che cos’è" o "perché". I contenuti più adatti a rispondere a questo intento includono articoli dettagliati, guide e post informativi, che offrono una panoramica approfondita su un determinato tema. Ad esempio, un utente potrebbe cercare “come fare SEO on-page” per acquisire conoscenze sull’argomento.
  • Navigational: qui l’utente cerca un sito o una pagina specifica e l’obiettivo è chiaro: raggiungere un luogo virtuale già noto. Per esempio, query come “Facebook login” o “Wikipedia SEO” sono tipici intenti navigazionali. È utile per chi si occupa di SEO assicurarsi che le pagine del proprio sito siano ben indicizzate e facilmente rintracciabili per queste ricerche, in modo da soddisfare al meglio l’utente che cerca direttamente il Brand o il sito.
  • Transactional: un intento transazionale indica che l’utente è pronto a compiere un’azione, come fare un acquisto o completare una registrazione. Ricerche di questo tipo spesso includono termini come “comprare”, “acquistare”, “iscriviti”, ecc. I contenuti mirati a questo intento devono facilitare l’azione, con pagine di prodotto ben ottimizzate, recensioni e Landing Page che incoraggiano il click e la conversione.
  • Commercial: infine, l’intento commerciale riguarda ricerche di utenti che stanno valutando diverse opzioni prima di effettuare un acquisto. Le query di tipo commerciale includono spesso termini come “miglior”, “recensioni” o “confronto”, ad esempio “miglior smartphone 2024”. In questo caso, il contenuto ottimale è quello che aiuta a prendere una decisione consapevole, come articoli comparativi, recensioni approfondite e guide all’acquisto.

Conoscere e interpretare correttamente queste categorie di search intent è essenziale per garantire che il contenuto non solo si posizioni bene, ma anche che risponda precisamente alle aspettative dell’utente, facilitando una migliore interazione e soddisfazione con il sito.

SEOZoom e strumenti specifici

SEOZoom rappresenta una risorsa avanzata e versatile per chi desidera portare la propria strategia SEO a un livello superiore, grazie a una suite di strumenti che facilita l’individuazione delle keyword più rilevanti e l’analisi dell’intento di ricerca. Tra i suoi tool più innovativi si distingue Keyword Infinity, un database in continuo aggiornamento che non si limita a elencare le parole chiave più utilizzate, ma esplora e rileva anche nuove keyword correlate, comprese quelle di nicchia. Questo permette di ottenere suggerimenti personalizzati e in linea con gli intenti di ricerca emergenti, offrendo anche dettagli sulle variazioni stagionali e sulle tendenze di ricerca, per una keyword research precisa e proiettata al futuro.

Un altro strumento strategico di SEOZoom è il Question Explorer, il primo tool progettato specificamente per analizzare le domande che gli utenti digitano sui motori di ricerca. Questo tool permette di andare oltre le parole chiave principali e individuare le domande più comuni e rilevanti, aiutando così a capire le vere esigenze del target e a costruire contenuti che rispondano in modo diretto e dettagliato ai dubbi degli utenti. Sapere quali domande pongono gli utenti consente non solo di generare contenuti più utili, ma anche di intercettare meglio l’intento di ricerca, migliorando le probabilità di comparire nelle SERP con contenuti rilevanti.

SEOZoom include anche altri strumenti, come il Topic Explorer e l’Interest Finder, che aiutano a esplorare i temi correlati a una determinata keyword e a capire quali aspetti sono più interessanti per il pubblico. Il Topic Explorer raggruppa keyword e frasi simili con lo stesso intento di ricerca, permettendo di sviluppare contenuti che coprano a tutto tondo l’argomento. L’Interest Finder, invece, individua i topic e le long-tail keyword con maggiore interesse da parte degli utenti, fornendo preziosi insights per arricchire il Piano editoriale e rispondere in modo mirato agli interessi del target.

Oltre alla ricerca delle parole chiave, SEOZoom offre strumenti di monitoraggio delle performance che permettono di misurare con precisione l’efficacia delle keyword selezionate e delle strategie SEO in atto. Il monitoraggio costante è fondamentale per verificare se le parole chiave scelte stanno portando traffico qualificato e per identificare le pagine che necessitano di ottimizzazioni aggiuntive. Attraverso report dettagliati e grafici di performance, è possibile valutare l’andamento delle parole chiave e apportare modifiche strategiche in tempo reale, adattando la strategia alle fluttuazioni della SERP o alle variazioni nell’interesse degli utenti. SEOZoom, dunque, non è solo un tool di ricerca, ma anche un sistema di controllo e ottimizzazione continua, che consente di intervenire rapidamente per mantenere le performance SEO costantemente ottimizzate.

Creare contenuti di valore basati sulle parole chiave

Redazione di contenuti SEO ottimizzati e coerenti

Una volta identificate le parole chiave, il passo successivo è creare contenuti pertinenti che rispondano effettivamente alle esigenze e alle domande del pubblico. Articoli di blog, guide dettagliate e casi studio rappresentano ottime risorse, poiché offrono valore aggiunto e garantiscono maggiore autorità al sito. Anche la struttura del contenuto è determinante: paragrafi ben articolati, titoli e sottotitoli chiari, e l’uso di liste o box informativi migliorano la leggibilità e, di conseguenza, la permanenza degli utenti sulla pagina.

Inoltre, gli studi dimostrano che l’uso di immagini, grafici e video può incrementare il tasso di conversione, soprattutto se i contenuti multimediali sono ottimizzati con le parole chiave appropriate nei Tag ALT e nelle descrizioni. La chiave è creare contenuti esaustivi che rispondano direttamente alle domande degli utenti, aumentando la possibilità di essere premiati da Google con posizionamenti privilegiati, come le featured snippet.

Sfruttare le parole chiave secondarie e sinonimi

Per dare una copertura completa al contenuto e non rischiare penalizzazioni da keyword stuffing, è utile integrare parole chiave secondarie e sinonimi naturali. L'uso di sinonimi non solo evita la ripetizione eccessiva delle stesse parole, ma amplia la portata del contenuto, permettendo di intercettare utenti che esprimono lo stesso intento di ricerca con termini diversi. Google, grazie ai suoi algoritmi di machine learning, riconosce e premia i contenuti che utilizzano una vasta gamma di termini legati semanticamente.

Adattare la strategia in base alle tendenze

Con il costante aggiornamento degli algoritmi di Google, le tendenze SEO cambiano rapidamente. Mantenere la propria strategia di keyword research aggiornata è fondamentale per continuare a ottenere visibilità e traffico. Monitorare le performance con strumenti come Google Search Console, che fornisce informazioni dettagliate su come gli utenti trovano e interagiscono con il sito, permette di adattare i contenuti in base alle parole chiave e alle pagine più performanti.

Bibliografia

  • Giorgio Taverniti - Guida Completa alla SEO - Hoepli Editore
  • Michele De Capitani - SEO e Content Marketing - Dario Flaccovio Editore
  • Giovanni Sacheli - Keyword Research Avanzata - FrancoAngeli
  • Alessandro Mazzù - Strategie di Marketing Digitale - ROI Edizioni
  • Salvatore Russo - SEO e SEM: Guida Strategica - Apogeo Editore

FAQ

Come posso individuare parole chiave a bassa concorrenza?

Per trovare parole chiave a bassa concorrenza, strumenti come Ubersuggest, Ahrefs e SEMrush permettono di analizzare la keyword difficulty e di scoprire termini meno utilizzati. Concentrarsi su queste parole consente di ottenere risultati più rapidi, soprattutto se si operano in settori altamente competitivi.

Qual è la differenza tra parole chiave primarie e secondarie?

Le parole chiave primarie sono quelle che rappresentano il tema principale di una pagina, mentre quelle secondarie ampliano e arricchiscono il contenuto, rendendolo più utile e rilevante per Google. Utilizzare entrambi i tipi di keyword aiuta a coprire meglio il tema e a ottenere visibilità per una varietà più ampia di ricerche.

Perché le long tail keywords sono così importanti?

Le long tail keywords, ossia parole chiave composte da più termini specifici, sono fondamentali perché attraggono utenti con intenzioni di ricerca molto mirate, aumentando le possibilità di conversione. Inoltre, competono su volumi di ricerca più bassi, ma spesso ottengono posizioni migliori grazie alla loro specificità.

Come posso sfruttare la ricerca vocale per migliorare la mia strategia SEO?

La ricerca vocale richiede di pensare a frasi più colloquiali e naturali. Inserire frasi interrogative o frasi lunghe che rispecchiano il linguaggio parlato è utile per ottimizzare contenuti destinati a ricerche vocali.

Esistono rischi nel sovraottimizzare un contenuto con troppe parole chiave?

Sì, Google può penalizzare i contenuti che abusano delle parole chiave, pratica nota come keyword stuffing. È preferibile mantenere un tono naturale e inserire le parole chiave solo dove hanno senso, alternando con sinonimi e parole correlate per creare un testo scorrevole e coinvolgente.

Autore: Enrico Mainero

Immagine di Enrico Mainero

Dal 2011 Direttore Responsabile e Amministratore unico di ElaMedia Group SRLS. Mi dedico prevalentemente all'analisi dei siti web e alla loro ottimizzazione SEO, con particolare attenzione allo studio della semantica e al loro posizionamento organico sui motori di ricerca. Sono il principale curatore dei contenuti di questo Blog (assieme alla Redazione di ElaMedia).

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