PBN è l’acronimo di Private Blog Network, una rete di siti e blog costruita per praticare la tecnica del Link building al fine di migliorare il posizionamento – più o meno – organico di un sito web sui vari Motori di ricerca. È anche denominata strategia di ottimizzazione “gray” o “black” e non sempre è ben vista proprio dai motori di ricerca. Nell’ambito della realizzazione di siti web è premura del webmaster riuscire a posizionare un sito nei primi posti della SERP in modo quanto più naturale possibile, a partire dalla creazione contenuti web in ottica SEO fino all’impiego dei PBN.

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Come funziona il PBN – Private Blog Network

I motori di ricerca, per valutare il ranking / posizionamento delle singole pagine web, analizzano e collegamenti ipertestuali (link) da e verso una pagina come indice di valutazione. Si chiama link popularity.

Se una pagina web è particolarmente linkata da molti altri siti, significa che è “popolare” e anche utile. Questa deduzione è valida solo se i link sono spontanei, di qualità e provengono di aiti autorevoli, diversi ma che trattano lo stesso argomento o dai social network.

Per dare una mano alla generazione di questo flusso di link e traffico sulle pagine web si ricorre a diverse pratiche di link building tra cui il PBN, il ricorso a siti esterni contenenti contenuti all’interno dei quali ci sia uno o più link che puntano alla pagina web che si desidera posizionare in alto nella SERP. Dei motori di ricerca. Chi “realizza” i PBN mette su una vera e propria rete, una moltitudine di siti e blog che linkano in modo artificioso un sito web o si linkano tra di loro.

Ogni sito del PBN ha un nome di dominio diverso e così facendo i link provengono effettivamente da varie fonti, ma correlate creando una cosiddetta “link Juice” interessante. Le pagine linkate conquistano, così, visibilità sui motori di ricerca e un maggior traffico organico di utenti.

Fino a pochi anni fa, questa strategia per generare traffico e credibilità su una pagina funzionava bene; ma i motori di ricerca hanno cominciato a “sospettare” la generazione di link artificiali e non naturali, a intercettarli e penalizzare i siti che ne facevano uso o ne beneficiavano. Allora come si può continuare a fare link building con i PBN senza essere penalizzati?

Cosa non fare quando si usa una PBN – una rete di siti per link building

A cosa servono i Private Blog Network (PBN)

Mensilmente Google “combatte” questa tipologia di siti per la generazione di link artificiali mettendo a punto sempre nuovi algoritmi puntuali, a partire da Penguin in poi. Seguire questi accorgimenti non evita alla lunga le penalizzazioni, ma aiutano a camuffare meglio l’attività di link building e farla durare più a lungo:

  1. Non registrare i domini della PBN con gli stessi dati: per generare link juice è sufficiente anche usare blog o siti di terzo livello (gratuiti) come le piattaforme Wordpress, Altervista, Blogspot, Blogger, ma è sempre opportuno non inserire gli stessi dati (nome, cognome, mail) per tutti i blog o siti in modo tale da non far risalire la rete di siti web alla stessa persona intestataria.
  2. Non utilizzare lo stesso IP: quando si acquista, invece, un dominio di primo livello è consigliabile ospitarli su diversi hosting e mescolando gli indirizzi IP provenienti da diverse aree geografiche.
  3. Non utilizzare sempre lo stesso CMS (l’editor): per siti e blog diversi che creano la rete PBN è bene variegare anche la piattaforma del web master, Wordpress, Joomla, Drupal o quanto meno pur utilizzando lo stesso CMS, cercare di scegliere un tema diverso – colori e styling diversi – per ciascun sito della network.
  4. Non usare lo stesso account proprio per gli account Google e dei suoi tool di Analytics, Search Console e AdSense. Ideale sarebbe utilizzare altri software non Google come OWA (Open Web Analytics) o Piwik.

Come si può dedurre la pratica del link building con i PBN non è sempre limpida e ben accetta dagli spider dei motori di ricerca, per cui occorre strategia nella strategia.

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FAQ

Cosa succede quando un motore si ricerca scopre un PBN?

Quando un search engine identifica una rete di siti per la generazione di link artificiali rischia la penalizzazione: i backlink perdono di credibilità, si perde visibilità e di conseguenza la pagina web “pompata” artificialmente” scende nel ranking e perde le posizioni nei risultati di ricerca. Inoltre il network che ha generato i link in modo forzato e “artificiale” scompare completamente dai risultati di ricerca e così tutti i suoi link.

Quante generazioni di PBN esistono?

I Private Blog Network sono difficili da individuare. Esistono tuttavia PBN di prima e di seconda generazione. I PBN di prima generazione si distinguono per una serie di elementi tecnici in comune come l’IP, l’html, i link site-wide e si tratta di PNB obsoleti per il link building. I PBN di seconda generazione sono progettati per non apparire come PBN e strutturati in modo diverso che li rende difficili da identificare anche ai motori di ricerca e quindi rendere la link building ancora una strategia SEO valida.

Come si riconoscono i PBN di ultima generazione?

I PBN di ultima generazione sono talmente ben fatti da non essere individuabili se non per la loro firma lessicale ovvero attraverso un’analisi Semantica dei testi molto approfondita nel caso in cui il redattore o Copywriter sia sempre la stessa persona. Questo perché ogni redattore ha una propria firma o impronta lessicale, un proprio dizionario e uno stile di scrittura personale. Tutti questi elementi sono rilevabili tramite un controllo algoritmico puntuale.

Autore: Enrico Mainero

Immagine di Enrico Mainero

Dal 2011 Direttore Responsabile e Amministratore unico di ElaMedia Group SRLS. Mi dedico prevalentemente all'analisi dei siti web e alla loro ottimizzazione SEO, con particolare attenzione allo studio della semantica e al loro posizionamento organico sui motori di ricerca. Sono il principale curatore dei contenuti di questo Blog (assieme alla Redazione di ElaMedia).

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